All Colors Are Beautiful 2

Sabato 14 gennaio a partire dalle ore 11 a viale di Valle Aurelia 129 a Roma, avrà luogo un incontro di presentazione che vuole rendere partecipe la cittadinanza della realizzazione di tre nuovi murales per Valle Aurelia, prodotti tra l’estate del 2021 e la fine del 2022: Fornaci 800, Città
Labirinto e Terra Cruda. Il progetto ha la direzione artistica di Eliseo Sonnino e di Alessio D’Anelli entrambi dello spazio d’arte indipendente PrimaLinea, la gestione amministrativa di Sandro Guarino e l’ufficio
stampa di Tiziano Tancredi entrambi dell’’Associazione Socio-culturale Villa Carpegna. I primi due murales, siti a via di Valle Valle Aurelia verso via Anastasio II, sono un lavoro a più mani svoltosi all’interno delle manifestazioni artistiche ALL COLORS ARE BEAUTIFUL VOL.1 e ALL COLORS ARE BEAUTIFUL VOL.2, mentre il terzo è un’opera dell’artista Eliseo Sonnino. Il secondo e il terzo murales sono l’esito di un’azione sinergica tra lo spazio d’arte indipendente PrimaLinea e l’Associazione Socio-culturale Villa Carpegna. Città Labirinto è un intervento collettivo che prevede una coesistenza tra ricerche estetiche di tipo grafico e figurativo di diversa provenienza autoriale: su un fondale in cui si alternano tratti astratti e
geometrici (realizzati da Eliseo Sonnino) insieme a circuiti futuristici e biomeccanici (mano del writer Kemh), sono intervenute firme di un certo prestigio nell’ambito del writing capitolino: Stand, Napal, Vela, Kemh, Chos, Hyde, Hot Boys, Howen, Fend e Anek. Alla jam hanno partecipato anche Squin, Cros, Tiny e Kras. Un riferimento mitologico al labirinto è dato dalla presenza di tre personaggi: Teseo, Arianna e il Minotauro. Passato e presente si intrecciano dunque indissolubilmente in una rielaborazione del mito greco del labirinto in una chiave moderna, metropolitana.
“La Città Labirinto ci disorienta, ci fa perdere coscienza dello spazio che attraversiamo. È una città che sottrae senso al camminare, tempo al pensiero, annichilisce l’animo. Nel mito greco, il labirinto è una prigione da cui non si può fuggire, nell’arte tantrica si vede nel labirinto l’aspetto mentale dello spirito. L’antico dedalo egizio, invece, rifletteva la struttura dell’universo. L’espressione artistica, in ogni sua forma è il nostro filo di Arianna. Il filo di Arianna è per noi una metafora che pone al progetto il tema dell’attraversamento consapevole, secondo un itinerario
narrativo, una sequenza di accadimenti spazialmente leggibile, eventi e interventi tangibili. Ridona libertà di espressione, senza paure.
La realizzazione di opere fruibili a tutti, il recupero di aree dismesse o abbandonate, costruzione di uno spazio pubblico dove poter camminare, osservare, sostare, incontrare, esprimersi vuol dire rompere l’opacità dell’indifferenza, interrogarsi sulla nostra condizione passiva di abitanti di una comunità che non percepisce i bisogni e la presenza dell’altro. Significa anche riportare al centro della progettazione il corpo lo spazio e la sua sensorialità. Vuol dire fare del nostro sguardo, del nostro movimento nello spazio, del nostro abitare, esperienze di libertà, autentiche, incise nelle nostre impronte digitali, labirintiche ma uniche…”
Anche Fornaci 800 è stato creato collettivamente nell’estate del 2021 in colaborazione con Graff Dream grazie all’intervento di alcuni tra i writer più significativi della scena della Capitale: Sugo,
Hone, Dem, Wies, Opr Club, Page, Buker, Sacroe, Ozer, Wake, Hard, Uor, Zetal, Akee, Dz, Sure, Curt, Cure, Klove, Donut, Shemo, Bero. Un omaggio liberamente ispirato alla storia del quartiere che, prendendo come spunto le incisioni di Bartolomeo Pinelli ed personaggi che le abitano, lascia emergere in filigrana una Roma Ottocentesca ormai scomparsa, in cui fanno capolino appunto le Fornaci, industrie laterizie che produssero mattoni e tanto parlano di questo territorio, evocando ricordi e memorie indelebili. Da ultimo, Terra Cruda, a firma dell’artista Eliseo Sonnino, è il risultato di un percorso di indagine compiuto sul territorio. Lasciandosi inebriare e contaminare dalle sensazioni visive, telluriche, cromatiche, l’artista restituisce un affresco astratto multisfaccettato, esito e rielaborazione di un personale viaggio di ricerca: alle molteplici stratificazioni naturali, nelle forme e nei colori della terra, della pietra, nelle piante e nei corsi d’acqua del Parco del Pineto, sino al colore dell’argilla corrispondono infatti precise stratificazioni di segno e colore su una superficie, quella del muro che si apre all’incontro, all’abbraccio, alla recezione di una nuova entità. Non potrebbe essere altrimenti, un viaggio con il naturale, con l’universale, in un continuum colore-luce-linea-suono. Ed è proprio il titolo Terra Cruda che rimanda in da una parte all’ispirazione naturale preponderante e dall’altra dal colore dell’argilla, fondamentale per la costruzione dei mattoni. Un collegamento tra la Storia naturale e la Storia delle fornaci in una chiave astratta che ne costituisce una somma. A guardar bene però, una stessa linea di pensiero, un collegamento, un percorso di raccordo concettuale è intuibile nei tre murales del progetto. Punto di partenza è Città Labirinto una città caotica che in una chiave moderna si rifà al mito, nucleo narrativo ancestrale, per poi addentrarsi in Fornaci 800, nella storia di Valle Aurelia con le fornaci e la popolazione ottocentesca che la abitò, sino a giungere a Terra Cruda incontro tra la Storia naturale e la Storia delle fornaci.
Curatela di PrimaLinea Studio
Project management: Alessio d’Anelli e Eliseo Sonnino